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giu 14

Scritto da: amministrazione
14/06/2010 12.44 

 

L’esordio degli Studi di Settore in UNICO/2005 con la sigla SM13U stabilisce di fatto l’esclusione dei prodotti editoriali dal calcolo di congruità poiché i redditi soggetti ad aggio fisso sono  facilmente desumibili dagli estratti conto dei distributori. Si introducono invece i parametri di redditività o di ricarico per i prodotti complementari, quali ad es. la vendita di cartoleria, dvd, pastigliaggi nonché cartoline e souvenir, prodotti sui quali l’edicolante può esercitare un margine di ricavo a propria discrezione e comunque a mercato libero. Stiamo parlando di merce la cui vendita obbliga all’apertura della partita IVA e a rischio giacenza se invenduta, cosa decisamente ostica per il giornalaio non avvezzo a prodotti senza resa.  Comunque, ai fini del calcolo degli studi di settore l’edicolante esclusivista non risente del parametro congruità ma solo della coerenza che calcolata su unico indice  – valore aggiunto per addetto – stabilisce un minimo pari a circa € 15.000 lordi per ogni lavoratore in azienda.
Nel 2007 gli studi si evolvono da SM13U a TM13U; si riconferma la neutralizzazione degli aggi ai fini della congruità del calcolo e gli indici di coerenza subiscono un leggero incremento. Ciò che invece subisce un forte rialzo sono i parametri dei prodotti non editoriali portati a % di ricarico decisamente inverosimili per l’edicolante. Prima fra tutte la vendita dei DVD, il cui ricarico sale addirittura al 40%, cosa che forse solo le grandi distribuzioni riescono a praticare, trascurandol’esistenza di un mercato parallelo chiamato internet e free press nel quale gli scambi multimediali e d’informazione sono senza concorrenza perché gratuiti. 
Oggi, l’ultima creazione elaborata dalla Sogei, sentito anche il parere delle associazioni di categoria, oltre a mantenere immutate le condizioni di cui sopra, appesantisce la situazione per l’edicolante esclusivista con indici di coerenza difficilmente calcolabili.
Per i non addetti al settore forse il linguaggio tecnico fin qui usato risulterà di difficile comprensione, ma ciò che vogliamo sottolineare è che a fronte di una crisi economica mondiale alla quale  hanno fatto seguito due provvedimenti d’urgenza da parte del governo per limitare la catastrofe di banche ed imprese, con  un tasso di disoccupazione che sta crescendo come non succedeva da 30 anni, non è stato inserito alcun correttivo negli studi di settore degli edicolanti.
Non si capisce come mai,  vista la grave crisi congiunturale che sta attraversando il settore Editoria e che a cascata si ripercuote con effetto moltiplicatore sugli edicolanti, si legga ancora oggi nella check list dell’Agenzia delle Entrate per la metodologia di controllo:
” … La gestione di un’edicola, in buona posizione e con clientela affezionata (in gergo “fidelizzata”) costituisce un’ottima rendita di posizione. Per questo motivo nelle cessioni di tali attività vengono in genere conseguite ragguardevoli plusvalenze ….”.
fatta salva la nota a piè di pagina con scritto “Aggiornamento 2001”   si resta con una sensazione di immobilismo e di abbandono da tutti.
 

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